Dal teatro all’arte, dal tango alla formazione. Valentina Recchia è una professionista eclettica con un bagaglio formativo affascinante e ricercato: è formatrice teatrale, arteterapeuta, tangoterapeuta e docente. Durante la sua formazione porta avanti una personale ricerca sull’espressività non verbale, mescolando e attingendo da vari apporti quali teatro, danza, voce, meditazione e arti.
“Mi sono diplomata come attrice alla Scuola di Formazione per l’Attore “Giovanni Poli” di Venezia e ho lavorato come formatrice nel teatro. Sentivo però la mancanza di un aspetto più relazionale e terapeutico, per questo motivo ho intrapreso una scuola di formazione in Arteterapia. In quel frangente mi sono resa conto che l’aspetto più vicino a me era quello plastico-pittorico”.
Dal teatro all’Arteterapia
Dopo il Master in ArtiTerapie Integrate e il quadriennio di specializzazione e formazione in ArtiTerapie plastico-pittoriche presso la Scuola Artedo di Padova, Valentina è Arteterapeuta e formatrice in Arteterapia con Certificazione CEPAS. È formatrice del metodo Autobiografico Creativo con la tecnica della Fiabazione di Artedo – Ente accreditato al MIUR per la formazione del personale della Scuola: un approccio alla crescita personale attraverso la creatività e la narrazione di sé.
Il tango come azione terapeutica
Valentina è insegnante di tango argentino e operatrice abilitata per il metodo di Tango Terapia Riabilitango, un’attività che coinvolge le persone con disabilità e punta alle abilità residue. Fondato sull’utilizzo di passi, figure, esercizi di tecnica scelti e combinati con la musica del tango argentino, il metodo permette di creare un miglioramento psicofisico e un potenziamento degli aspetti relazionali dell’utente. “Tango Olos Venezia” è una sua creazione: un percorso alla scoperta di sé e dell’altro per il benessere della persona.
Durante la pandemia è diventata mamma dello splendido Gioele: ha diretto qualche corso online ma ha sospeso le attività in presenza.
“Con la disabilità è stato molto complesso gestire il lavoro in quel periodo: l’arteterapia si realizza nel processo più che nel prodotto. Dopo il lockdown, con la ripresa delle attività, c’è stato un balzo avanti dei corsi, in particolar modo quelli di tango, forse per un bisogno di contatto, di fisicità”.
L’incontro con Doc e la collaborazione con altri professionisti
Valentina ha conosciuto Doc tramite degli amici che lavoravano alla Biennale: con l’Arteterapia si è aperta l’occasione di entrare in cooperativa.
“Essere in Doc garantisce la possibilità di avere una struttura seria alle spalle, continuità economica e di essere tutelata come professionista”.
Valentina è stata tra i protagonisti del progetto “Librinmenti”, un’occasione che le ha permesso di collaborare con altri soci e socie ed entrare in uno splendido gruppo di lavoro. Nel suo laboratorio di Arteterapia i ragazzi hanno avuto la possibilità di realizzare libri d’arte, in un processo di creazione (modellini, scene, plastico).
“Dai racconti di alcuni paesani abbiamo lavorato sulla fiaba per progettare un libro che raccontasse la storia del paese. I libri realizzati sono stati poi esposti in Biblioteca. Spero che questo progetto possa prendere forma anche in altre realtà: è stata una settimana intensa per le scuole. Ognuno dei ragazzi ha offerto un contributo significativo e importante nel gruppo”.