foto di Alcantara Teatro
Maria Grazia Perrazzini è una socia Doc Educational attiva da oltre quarant’anni nel settore pedagogico teatrale. È tra i fondatori dell’Associazione culturale e teatrale Alcantara e svolge al suo interno attività di laboratorio e formazione con giovani ed insegnanti. Il suo è un curriculum ricco di esperienze nel settore dagli anni ’80.
Com’è cominciato il tuo percorso?
La mia storia professionale è inevitabilmente legata all’associazione “Alcantara” e comincia insieme ad Anna Rita Pizzioli e Damiano Scarpa. Ci siamo laureati in materie diverse a Urbino portando come tesi un progetto che stavamo sviluppando nelle scuole, approfondendone aspetti differenti. Dopo la laurea abbiamo realizzato che non avremmo voluto andare a insegnare ma fondare un’associazione che lavorasse con bambini, gli insegnanti e i genitori, per proporre un approccio pedagogico che mettesse la persona al centro, lavorando con il corpo e la mente. La motivazione era dettata dal periodo storico poiché c’erano grandi trasformazioni in atto dal punto di vista culturale, sociale e pedagogico. C’era la necessità di avere un rapporto diretto con il teatro. Nel 1981 è nato il Laboratorio Sperimentale sui linguaggi espressivi e sulla comunicazione non verbale “Giochiamo…ma come?”, da cui poi è nata Alcantara.
Qual è il significato di questo nome?
Alcantara significa “rivolo d’acqua” ma anche “ponte”. Noi utilizziamo il teatro come contenitore di tante arti espressive. Le parole chiave del nostro percorso sono crescita e relazione.
Che cos’è Alcantara?
È una realtà associativa che adotta la pedagogia teatrale come strumento, con l’obiettivo di promuovere il rispetto delle diversità culturali. Nel corso degli anni, oltre alle tecniche di lavoro, si è sviluppata una filosofia incentrata sulla passione, la curiosità e il rispetto verso l’infanzia e l’adolescenza, al fine di favorire la comunicazione, stimolare la creatività e incoraggiare espressioni libere da stereotipi. Al centro dell’attività la valorizzazione dell’individualità e della complessità umana, in relazione agli altri, attraverso un’azione teatrale che coniuga apprendimento e creatività. Lo spettacolo non è mai il fine, ma un mezzo tramite il quale i ragazzi cominciano a scrivere e a diventare gruppo. Dai loro testi nasce il copione e da lì un profondo lavoro di ricerca e introspezione.
Su cosa state lavorando in questo momento?
Attualmente l’associazione sta lavorando su vari progetti: corsi pomeridiani per ragazzi dai 7 ai 18 anni, un laboratorio psicosociale dedicato a chi ha una disabilità e il Festival FiloperFilo SegnoperSegno.
Da qualche anno, inoltre, è nato anche il collettivo Alcantiere composto da giovani che sono cresciuti nell’associazione e si sono specializzati nei settori della comunicazione e dei media.
Come hai conosciuto la cooperativa?
Sono iscritta a Doc Educational da quattro anni, anche se conosco questa realtà da tantissimo tempo per la sua attività nel territorio di Rimini. Il passaggio è avvenuto quando ho scelto di passare dalla partita Iva alla sicurezza e alle tutele della cooperativa.
Che vantaggi hai trovato in Doc Educational?
Essere informata, sostenuta e affiancata da professionisti che si occupano dell’aspetto amministrativo è importante. I Doc Edu Café, inoltre, sono uno spazio di condivisione e scambio con altri soci, un momento di confronto importante che potrebbe far nascere nuove collaborazioni.