Giovanni Sanguineti è musicista, compositore, arrangiatore e insegnante di musica con un curriculum straordinario. Ha all’attivo una cinquantina di dischi e collaborazioni importantissime a livello internazionale. 

La formazione: il basso e il contrabbasso

“Da piccolo in famiglia ho sempre respirato la musica e l’arte. Ho cominciato a suonare chitarra con le mie sorelle, rimanendo colpito da un certo tipo di sonorità. In quinta elementare scelsi di imparare a suonare il basso elettrico”. Giovanni si dedica allo studio di questo strumento con un insegnante privato fino ai 17 anni. “Da bambino adoravo i Police, Bertoli Guccini, Vecchioni gli autori che in quegli anni erano il pop del dell’epoca. A un certo punto sono stato trascinato dentro il Lousiana Jazz Club per suonare il contrabbasso”. Un nuovo inizio per Giovanni, presso la “Duke Ellington Music School” di Genova – Nervi, in cui approfondisce lo studio teorico e pratico della musica e del contrabbasso con l’insegnante Aldo Zunino. “Il primo approccio fu illuminante. Da lì a poco riuscii a comprare lo strumento, studiare con Aldo e parallelamente continuare l’Università. Suonavo con musicisti molto più grandi di me e cominciarono delle occasioni importanti. È stata una scuola di trincea, uno studio molto duro e disciplinato”.

Dai concerti all’insegnamento

Dopo anni di formazione nei gruppi di jazz tradizionale del “Luisiana J.C.”, negli anni ’90 entra a far parte dell’Orchestra Filarmonica “Ghio – Secondo” di Genova con cui ha partecipato a concorsi internazionali e incisioni discografiche. “Nel tempo, oltre all’attività concertistica, ho cercato di scelto di mettere le mie competenze a disposizione degli altri con l’insegnamento. Cominciai nel 1998 e ricordo ancora i miei primi studenti, alcuni dei quali sono attualmente sono musicisti. Negli anni ho cercato di affinare il mio metodo continuando a formarmi con dei corsi specifici”.

La musica come mezzo di comunicazione

“La musica per me è stata un mezzo di comunicazione importante: quando suoni ti ritrovi a parlare tutte le lingue del mondo. Nel mio percorso ho suonato con colleghi dei paesi più disparati dall’America al Nord Europa: in quel contesto bastava il titolo di una canzone o un foglio di carta con degli accordi e tutti improvvisamente parlavamo la stessa lingua. Nell’insegnamento cerco che i miei allevi facciano caso alla comunicazione”.

L’importanza di Doc Educational

“I primi tempi che svolgevo questo lavoro ero iscritto alla Camera di Commercio come libero professionista ma la categoria era quella degli artigiani e tante volte non si sapeva veramente come inquadrare certi compensi. Negli anni ho conosciuto varie cooperative ma mi sono reso conto però di quanta lacuna legislativa ci fosse nel riconoscere un certo tipo di professioni. Ho conosciuto Doc nel 2013 e per me è cambiato il mondo: ho Iniziato a non preoccuparmi più degli aspetti burocratici. La cooperativa offre dei servizi importanti per chi svolge questo lavoro, come il rimborso chilometrico. Incontrare Doc per me è stato approdare in una realtà in cui si conosce perfettamente la nostra professione, poiché chi ci lavora è specializzato nel mondo della cultura, delle arti e dello spettacolo. Ogni volta che la rete aggiunge una categoria professionale è una conquista: significa dare valore a certe professioni”. E proprio grazie a Doc che sono arrivate anche delle collaborazioni. “Anni fa su Doc Magazine avevo letto di un concerto di un sassofonista, socio della rete. Decisi di cercarlo sui social e cominciò un’amicizia, che è sfociata nel disco “Trust”, edito da Freecom”, la piattaforma di creazione, produzione e promozione di contenuti di Rete Doc.

Il presente

Giovanni è impegnato in varie realtà: nel 2015 ha fondato Nextrio, con Mario Zara e Nicola Stranieri, con cui realizza nel 2016 “Gnothi Seauton” (Alborejazz 2016) fra i primi 100 dischi del 2016 secondo Jazzit. Il disco riceve ottime recensioni in tutto il mondo. La formazione è ancora attiva e sta ripassando il terzo disco. Nel 2021 si unisce al quartetto Ars Populi con cui entra subito in studio per realizzare il disco e il tour teatrale “L’arroganza del Pisello”. “Si tratta di un concerto-teatro, guardaroba di suoni, canzoni e comunicazioni. Da un anno stiamo portando in giro lo spettacolo: un concerto modulare che ospita anche attori e una critica d’arte, per affrontare il tema della condizione femminile. In questo contesto suoniamo canzoni dedicate alla violenza di genere, all’amore, alle donne”. Al contempo sta lavorando con Trio in opera, con il quale suona in chiave jazz un repertorio classico, rispettando i canoni della classica.

I prossimi progetti

L’estate sarà ricca di concerti con il Trio in opera e Ars Populi.

 

foto di Donato Aquaro