Il teatro è fatto di corpi, voci, sguardi e respiri di persone che condividono lo stesso spazio. È un modo per imparare a conoscere sé stessi, uscire dalla zona di comfort e riscoprirsi ogni giorno. Durante questo percorso di crescita non si è soli, ma si condividono traguardi, timori, soddisfazioni e paure con la propria compagnia teatrale.
Il teatro però è anche collettività, reciproca comprensione tra esseri umani. Dialogo tra platea e palco. Tra opera e spettatore. È un arricchimento vicendevole, uno scambio di visioni e realtà in un cui diventa possibile anche modificare le reciproche certezze. In altre parole, fare teatro vuol dire fare comunità. Ed è proprio per questo motivo che alla domanda “di che cosa ti occupi” Elisa Ravetta ci ha risposto “genero cambiamento attraverso il teatro”.
Elisa Ravetta
Elisa, socia Doc Educational dal 2019, infatti è un’operatrice di teatro sociale e di comunità e lo scopo dei suoi progetti è quello di portare benessere alle persone, al gruppo e alla comunità attraverso la pratica teatrale. Dopo le primissime esperienze lavorative con bambini, adolescenti e adulti con difficoltà, per ampliare le proprie competenze, consegue il Master in gestione e organizzazione, programmazione e progettazione di eventi nel teatro sociale di comunità.
Lei stessa ci racconta come è entrata in contatto con la cooperativa. “Durante il periodo in cui lavoravo da manager per alcune Associazioni mi è capitato di tanto in tanto, durante i miei spettacoli, di incontrare professionisti provenienti da Doc: fotografi, tecnici luci o audio, teatranti. Quindi diciamo che conoscevo già il vostro mondo ma al momento non mi interessava. Dopo anni di partita IVA, un giorno mi è venuta voglia di approfondire la conoscenza e mi sono recata un una sede Doc a Piacenza. Qui ho trovato Roberta Bargiggia, con la quale è nata subito una grande intesa.”
Doc e la sua Rete
Nelle attività della cooperativa, Elisa ha visto non solo una possibile alternativa alla partita IVA, ma soprattutto nuove possibilità, nuove collaborazioni. Ed è proprio il lavoro di conoscenza e profilazione di Alberto Ferraro durante la pandemia che l’ha spinta a mettersi maggiormente in gioco, instaurando relazioni con altri soci e dando alla luce nuove idee e progetti, nati proprio dal fermento generato dalla Rete Doc.
Un esempio di ciò è Quattro latitudini, un modello di creazione progettuale collettiva ideato da Elisa e Alberto che ha visto la partecipazione di quattro scuole di musica: la Scuola di Musica del Garda di Desenzano, l’Associazione Musicale Musikdrama APS di Asolo, la Filarmonica di Belluno e la Scuola Civica di Musica dell’Ogliastra in Sardegna. I rispettivi direttori e alcuni docenti hanno avuto modo di conoscersi e, attraverso metodologie creative e teatrali, instaurare fiducia reciproca e strutturare progettualità che abbiano ricadute positive su tutti i partecipanti.
“Vedere realizzata un’idea, un’intuizione avuta con un collega incontrato solo attraverso un monitor per un’anno è stato veramente emozionante. Sentire di aver fatto parte dell’inizio di un cambiamento, di un movimento che tende verso nuove direzioni, mi da grande soddisfazione.” E noi non vediamo l’ora di scoprire quali altri progetti nasceranno da Elisa e dalla ReteDoc.