La memoria, il ricordo, i pensieri  corrono confusi in quel passato freddo e non troppo lontano: non era Auschwitz, non era Mauthausen, non era in Polonia o in Austria, ma era qui dietro la porta di casa, oltre quel muro, a Bolzano.

Eppure nulla si sente nel gelo e nel ghiaccio di queste mattine di gennaio, nell’avvicinarsi della Giornata della Memoria: solo silenzio, oblio.

Poi una nota leggera, e un’altra e un’altra ancora, a poco a poco si apre una crepa nel ghiaccio della memoria, si diffonde veloce su per quel muro e lo squarcia, senti le voci, solo quelle.

La voce di Anita: questo era il suo nome di battaglia, ma per te era Franca, la bisnonna Franca con le mani affusolate e il volto gentile e fiero. Partigiana, combatteva per i suoi ideali, per un’Italia libera e per questo rinchiusa tra quelle mura, in quel campo di concentramento a Bolzano.

Torna con la memoria alla propria bisnonna, mentre con l’archetto pizzica le corde del suo violoncello: ritrovarsi dopo anni li’, proprio a Bolzano, al Congresso Nazionale dall’ANED (Associazione Nazionale ex deportati) per raccontare con la musica quel luogo maledetto di deportazione, raccontare della sua bisnonna.

In quell’orrore c’era consolazione, c’era musica nel cuore dei tanti internati, che suonava nonostante la prigionia. Ripercorreva le note del pentagramma, le canticchiava nella sua testa per resistere Gurtler Hermann, internato a Bolzano. Quella stessa melodia che aveva scritto per  Dina Bonomelli, arrestata a Iseo il 12 settembre del 1944.

Oltre quel muro si levano i pensieri muti di quanti lì vennero rinchiusi e che oggi grazie all’opera “Oltre il muro” completamente auto-prodotta dalla Scuola di Musica del Garda ed  interamente composta dal compositore M°Vlady Bianchini con la supervisione del M° Mauro Montalbetti, hanno di nuovo una voce, una memoria.

L’opera è stata commissionata dall’ANED (Associazione Nazionale ex deportati) ed eseguita il 12 novembre 2016 in prima assoluta a Bolzano nell’ambito del proprio Congresso Nazionale.

I giovani dell’Orchestra Giovanile del Garda, diretta dal M° Alberto Cavoli, e l’attore bresciano Luciano Bertoli hanno ridato anima agli internati di Bolzano, hanno aperto una breccia nel muro del campo di prigionia, verso cui tanti internati volgevano lo sguardo nella speranza, un giorno, di attraversarlo, e hanno liberato i loro pensieri con la sola forza della musica.

I giovani musicisti dell’Orchestra del Garda, mentre eseguono “The price of freedom-1945” , con cui si apre l’opera, ricordano, prima a loro stessi e poi agli ascoltatori, tutti i partigiani caduti durante la guerra di liberazione dal nazi-fascismo e aprono una crepa nella memoria, fanno riemergere quello che fu, che non può essere dimenticato e che non deve ripetersi.